Il Sole 24 Ore
di Giorgio Pogliotti e Marco Rogari
ROMA
Entro 15 giorni il Governo convocherà le parti sociali sul nodo Tfr. Ad annunciarlo è il ministro del Lavoro, Cesare Damiano. Il primo effetto delle polemiche sulla Finanziaria appena varata per la creazione del Fondo Inps con contestuale convogliamento del 50% delle liquidazioni inoptate è l'immediata apertura di un tavolo di concertazione. Anche perché nello stesso Governo non mancano le perplessità, espresse chiaramente dal ministri Linda Lanzillotta e Emma Bonino, quest'ultima preoccupata di uno stop della Ue. Un pericolo che, secondo il ministro dello Sviluppo economico Pierluigi Bersani, non sussiste: «Siamo assolutamente tranquilli». Ma lo stesso Bersani aggiunge che il problema dell'accesso al credito delle piccole e medie imprese va affrontato. Ad ammettere che «si crea un problema per le Pmi, che rispetto alle grandi hanno una diversa capacità di approvvigionamento di capitali sul mercato» è lo stesso Damiano. Che aggiunge: «Non nascondo che se non agiamo con chiarezza il trasferimento potrebbe non agevolare il decollo della previdenza complementare». Damiano, comunque, non boccia il Fondo Inps inserito in Finanziaria: È vero che il trasferimento di una quota del Tfr può apparire come forzoso ma è anche vero che la Finanziaria prevede compensazioni per le imprese per un miliardo di euro nel 20082009 come minori oneri. Poi c'è la riduzione del cuneo fiscale». Ma la decisione di aprire subito un tavolo fa intendere che il dispositivo sul Tfr previsto dalla Finanziaria almeno in parte dovrebbe essere modificato. Di correttivi, per altro, ha già esplicitamente parlato il vicepremier Francesco Rutelli. E Tiziano Treu (ULivo) ha auspicato l'operazione "Fondo Inps", se confermata, non duri più di un anno. In ogni caso la riforma della previdenza complementare scatterà dal 1° luglio 2007, preceduta da una massiccia campagna informatica. Quanto ai correttivi alla pensioni obbligatorie, Damiano ha detto che al tavolo di gennaio sullo "scalone" si discuterà anche di rivalutazione delle pensioni. Intanto a farsi portavoce delle preoccupazioni delle imprese per la destinazione del 50% del Tfr inoptato all'Inps è il direttore generale di Confindustria, Maurizio Beretta: «Pensare che il Tfr scompaia dalla disponibilità dei lavoratori e delle imprese è un problema che dobbiamo assolutamente affrontare, occorre porsi il problema delle compensazioni finanziarie e dell'accesso al credito delle imprese». E il vice presidente di Confindustria, Alberto Bombassei, auspica che«sul Tfr venga chiarito e superato questo pasticcio ». Dopo le aperture del ministro Damiano, anche il sindacato si dice disponibile al confronto: «Sappiamo che c'è un problema per le aziende e per il loro finanziamento, si tratta di vedere come si può compensare questa scelta», sottolinea il leader della Cgil, Guglielmo Epifani. Più duro il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, che giudica il conferimento del 50% del Tfr inoptato all'Inps, «una vera iattura» perchè «si tratta dei soldi dei lavoratori e occorre discutere con i lavoratori». L'apertura di un tavolo di confronto è giudicata «necessaria oltre che utile» dal numero uno della Uil, Luigi Angeletti. E anche Renata Polverini (Ugl) ha apprezzato la decisione di convocare il tavolo.