Il Sole 24 Ore
di Giorgio Pogliotti e Marco Rogari
Il Governo accelera sulla previdenza integrativa. Oggi al Consiglio dei ministri approda (fuori sacco) un decreto legge di tre articoli, messo a punto dai ministeri del Lavoro e dell'Economia, per garantire l'anticipo al 1° gennaio 2007 della riforma del Tfr. Con il Dl è data immediata operatività alle direttive della Covip: tutti i fondi pensione saranno tenuti ad aggiornare i propri statuti e regolamenti entro la fine del 2006 e non del 2007 come originariamente previsto. Viene poi calibrato il meccanismo del silenzio-assenso: le liquidazioni maturande approderanno ai fondi pensione dal1° luglio 2007 anche se la decisione del lavoratore sarà stata presa nei mesi precedenti. Sono anche disciplinate le regole sul responsabile delle forme individuali (piani assicurativi) e dei fondi aperti. Non sono previste (al momento) novità per la tassazione, che dovrebbe restare ferma a quota 11 per cento. Intanto il Governo è al lavoro per perfezionare l'emendamento alla Finanziaria riguardante la creazione del Fondo Inps, su cui ieri è scoppiato un giallo.
La polemica
Ieri il Governo non aveva ancora depositato l'emendamento alla Finanziaria riguardante il Tfr, che verrà discusso nei prossimi giorni in Aula alla Camera. Ma la bozza del correttivo che si era "affacciata" la scorsa settimana in Commissione Bilancio (senza per altro essere esaminata) ha scatenato una dura reazione da parte dei sindacati. Che hanno subito accusato il Governo di aver violato l'accordo di fine ottobre. Oggetto della contesa l'erogazione delle liquidazioni e l'anticipo di quote di Tfr per ragioni di necessità del lavoratore (motivi di salute, acquisto casa e via dicendo) alle quali, secondo quanto prevedeva la bozza di emendamento, avrebbe dovuto provvedere il Fondo Inps e non più il datore di lavoro «limitatamente alla quota corrispondente ai versamenti effettuati al Fondo medesimo». Nell'accordo con le parti sociali è invece stabilito che questo compito debba restare al datore di lavoro. Di qui la levata di scudi di Cgil, Cisl, Uil e Ugl. Con il Pdci Rifondazione a mostrare una certa preoccupazione.
Ma il sottosegretario all'Economia, Nicola Sartor, ha cercato immediatamente di gettare acqua sul fuoco affermando che l'emendamento del Governo rispetta l'accordo con i sindacati e aggiungendo: «Se necessario siamo pronti a chiarire meglio la norma».In serata a sgomberare il campo da dubbi è arrivata una nota ufficiale del ministero dell'Economia con cui è stato precisato che i lavoratori che vorranno chiedere la liquidazione o un anticipo del proprio Tfr avranno «un interlocutore unico, in linea con l'accordo raggiunto tra Governo e parti sociali il 23 ottobre 2006».
L'anticipo per il Tfr
La previdenza integrativa decolla il 1° gennaio 2007 come previsto nell'intesa Governo-parti sociali, in anticipo di un anno sui tempi della legge 252/2005 (la riforma Maroni). Per la raccolta di nuove adesioni tutti i fondi pensione devono aggiornare i propri statuti e regolamenti entro la fine del 2006 (e non del 2007 come originariamente previsto).
Il lavoratore ha sei mesi — dal 1° gennaio al 30 giugno 2007 — per decidere di aderire ad una forma di previdenza complementare, alla quale destinare il Tfr, i propri versamenti e quelli del datore di lavoro. Alla forma prescelta dal lavoratore dal 1° luglio 2007 il datore di lavoro deve versare il Tfr maturato a partire dalla data di adesione al fondo. Ciò significa che se il lavoratore aderisce il 1° aprile, il Tfr maturato da quella data al 30 giugno, verrà versato il 1° luglio (mentre il Tfr maturato dal 1° gennaio alla fine di marzo resta in azienda). In caso di silenzio-assenso è previsto che il Tfr venga trasferito al fondo pensione negoziale, se manca il fondo residuale istituito presso l'Inps.
Il decreto prevede anche una moratoria: polizze assicurative e fondi devono individuare un responsabile che presenti requisiti di professionalità e onorabilità.
Secondo i tecnici del ministero del Lavoro, in recepimento a sollecitazioni dell'Ania e di altre associazioni,il decreto stabilisce una deroga di 6 mesi (fino al 30 giugno) per la soluzione di ogni forma di conflitto di interessi da parte del responsabile del Fondo. In caso di inadempienza il Fondo non potrà decollare.
Infine, con l'obiettivo di semplificare gli adempimenti e l'operato della Covip, viene confermata l'attuale denominazione di Commissione di vigilanza sui fondi pensione (annullando il previsto cambiamento in Commissione di vigilanza sulle forme pensionistiche).