Il Sole 24 Ore
di Salvatore Padula e Marco Peruzzi
Il fischio di inizio è previsto per il 1° gennaio 2007. La partita, il cui primo tempo si concluderà il successivo 30 giugno, interesserà quasi 11 milioni di lavoratori (10.556.192, di cui 4,8 milioni nelle imprese con più di 50 dipendenti e 5,7 in quelle con meno di 50 dipendenti). Tanti sono infatti — in base ai dati Istat, rielaborati dal Cerm — i dipendenti del settore privato che saranno chiamati a decidere che cosa fare del trattamento di fine rapporto "maturando" (cioè futuro): lasciarlo in azienda per ottenere la "vecchia" liquidazione alla cessazione dal lavoro oppure utilizzarlo per finanziarsi la seconda pensione, vale a dire quella complementare? Lo stesso problema dovranno in seguito porselo — e sarà questo il secondo tempo della partita — i lavoratori più giovani, ossia quanti inizieranno a lavorare dall'anno prossimo, ai quali pure verranno concessi sei mesi di tempo dal momento dell'assunzione per fare la stessa scelta. In gioco ci sono nel complesso circa 19 miliardi: a tanto ammonta il flusso annuo di Tfr. A dettare la nuova scaletta dei tempi di applicazione della riforma della previdenza complementare contenuta nel decreto legislativo 252/05 è il disegno di legge Finanziaria 2007, in questi giorni all'esame del Parlamento, unitamente al decreto legge 279/06. L'insieme delle nuove disposizioni (che con ogni probabilità confluiranno in un unico testo, quello della Finanziaria) modificano e anticipano di un anno, al 1° gennaio 2007, l'entrata in vigore del provvedimento di riforma varato l'anno scorso, che stabilisce le regole per la destinazione del Tfr ai Fondi pensione. La Finanziaria, in effetti, non brilla per coerenza: l'anticipo dei termini è confluito senza un apparente motivo nell'articolo 3 (quello sull'Irpef), mentre le altre norme sul Tfr navigano ai commi 393 e seguenti del maxiemendamento. Misteri della tecnica legislativa. Sarà comunque dal 1° gennaio prossimo che i lavoratori dipendenti del settore privato (sono esclusi i 3,5 milioni di dipendenti pubblici, per i quali è atteso un apposito provvedimento) avranno sei mesi di tempo per scegliere che cosa fare del proprio trattamento di fine rapporto. Le possibilità sono diverse. Decorrenze e strade verso la pensione complementare o verso la liquidazione cambiano a seconda dell'anzianità lavorativa degli interessati. La nuova disciplina distingue infatti tra lavoratori anziani, quelli cioè che prima del 29 aprile 2003 avevano già una copertura previdenziale obbligatoria (nell'ambito di questa categoria un'ulteriore differenziazione è poi prevista tra chi già aderisce a un Fondo pensione e chi no), e quelli più giovani, vale a dire assunti successivamente al 29 aprile 2003 e dotati quindi solo da allora di una copertura previdenziale obbligatoria (nell'ambito di quest'altra categoria una disciplina specifica sui tempi della scelta è dettata per i neoassunti dal 1° gennaio 2007 in poi). In tutti i casi non sarà una decisione facile, soprattutto per chi è già al lavoro. Vincerà la partita chi lascerà il Tfr in azienda o chi lo impiegherà per costruirsi la pensione complementare? A questa domanda non è possibile dare una risposta univoca. La convenienza verso l'una o l'altra forma di accantonamento dipende da una notevole quantità di elementi,nonché dalle aspettative personali. Ma in linea di massima si può pensare che mentre ai lavoratori più anziani converrà mantenere il trattamento di fine rapporto in azienda, ai più giovani converrà invece utilizzarlo per farsi una pensione di scorta visto che la principale,con il metodo di calcolo contributivo, ben che vada gli garantirà mensilmente una cifra pari a circa il 60% dell'ultima retribuzione. La macchina si è comunque già messa in moto. Con il decreto legge 279/06 («Gazzetta Ufficiale » 265 del 14 novembre) è stata data immediata operatività alle direttive della Covip per cui tutti i Fondi pensione esistenti sono tenuti ad aggiornare i propri statuti e regolamenti entro la fine del 2006 e non del 2007 come originariamente previsto. Lo stesso provvedimento calibra il meccanismo del silenzioassenso: le liquidazioni maturande approderanno ai Fondi pensione dal 1° luglio 2007 anche se la decisione del lavoratore sarà stata presa nei mesi precedenti.